Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
L’ernia del disco è una affezione della colonna vertebrale consistente in una rottura o uno sfiancamento dell’anello fibroso del disco e conseguente dislocazione del nucleo polposo.
La rottura o e lo sfiancamento del disco sono abitualmente secondari ad una degenerazione o invecchiamento del disco, fenomeno che parte dalle cartilagini discali. Le ernie più frequenti sono quelle lombari, seguite da quelle cervicali e da quelle dorsali. Frequenti i casi di ernie multiple e di ernie famigliari. Tutte le età possono essere affette da ernia del disco. La protrusione invece consiste nello schiacciamento da parte del nucleo delle fibre dell’anello. Tuttavia ciò non comporta una rottura delle fibre dell’anello stesso, come succede nell’ernia, ma il suo schiacciamento, soprattutto a livello del legamento longitudinale posteriore.
Classificazione
le ernie possono essere classificate a seconda di vari rapporti:
In rapporto alla sede topografica, abbiamo:
- ernia postero laterale del disco compreso tra le vertebre L5 ed S1
- ernia postero laterale del disco interposto tra le vertebre L4 ed L5
- ernia postero mediale del disco interposto tra le vertebre L5 ed S1
- ernia mediana, definita tale perché appunto il nucleo del disco fuoriesce a livello mediano.
In rapporto al grado di fuoriuscita del nucleo, abbiamo:
- ernia contenuta: quando il disco presenta una sporgenza circoscritta nel canale vertebrale (l’anello è sfiancato ma non completamente rotto)
- ernia protrusa, da non confondere con la protrusione: è una vera e propria ernia, che consiste nello spostamento parziale del nucleo, a livello del midollo spinale, che quindi rompe le fibre dell’anulus e il legamento posteriore, ma lo stesso nucleo rimane, seppur in parte, attaccato al centro del disco nel quale alloggia normalmente.
- ernia espulsa o migrata: quando vi è rottura dell’anello e fuoriuscita nel canale vertebrale di materiale discale.
In rapporto all’età dell’ernia:
- ernia matura: si valuta in basa al colore e alla lucentezza del nucleo fuoriuscito dal disco, che nell’ernia matura appare molto ingiallito e opaco.
- ernia immatura: il nucleo è ancora bianco e lucido.
Eziopatogenesi
La fuoriuscita del nucleo discale, la porzione più idratata e compatta del disco, è determinata dal cedimento degli strati periferici, da figurare come lamine concentriche (a buccia di cipolla) man mano meno idratate e più fibrose dal centro alla periferia. Tale cedimento avviene di solito nell’ambito di un processo lento degenerativo a carico di tutto il complesso osteo-articolare tra una vertebra e l’altra e quindi dovrebbe coinvolgere fasce di età medio-avanzata. Invece la vita sedentaria, il sovrappeso e il ripetersi di ripetuti micro-o macrotraumi sulla colonna vertebrale può provocare una precoce degradazione di tali strutture anatomiche e quindi portare al manifestarsi clinico in età anche giovanile. La genesi della sintomatologia clinica è dovuta all’estrinsecarsi dell’ernia in una direzione posteriore o postero-laterale alla situazione anatomica del disco intervertebrale, andando così a comprimere e danneggiare le strutture nervose. La degenerazione e quindi l’ernia del disco sono spesso legati a fattori congeniti genetico-familiari, attivati o rivelati poi da varie cause come stress e traumi vertebrali, protratte posture viziate, maldistribuzione di carichi sulla colonna ed altri. La responsabilità di fattori genetici spiega i moltissimi casi di degenerazioni discali nell’adolescenza.
Il fumo, l’uso eccessivo dell’automobile ed il sovrappeso sono noti fattori favorenti l’usura del disco e quindi la formazione di un’ernia.
Epidemiologia
Un’ ernia del disco si può manifestare dall’età giovanile all’età più avanzata. Può coinvolgere le porzioni cervicale, dorsale e lombo-sacrale del rachide, con frequenza prevalente in regione lombare/lombosacrale e quindi cervicale; le ernie del disco dorsali sono molto più rare. Se la patologia dell’ernia del disco intervertebrale si manifesta principalmente ai livelli cervicale e lombare, deve molto far riflettere che ruolo giochi la particolare mobilità di queste porzioni della colonna vertebrale.
Molte ernie sono asintomatiche.
In quelle sintomatiche l’ernia del disco si manifesta clinicamente in relazione:
- alla regione anatomica colpita;
- alla grandezza e alla dinamica della fuoriuscita del materiale discale.
Si hanno dolori vertebrali, cervicali, dorsali o lombari a seconda della sede dell’ernia ed eventuali disturbi da compressione delle strutture nervose (midollo spinale e radici) che si trovano nel canale vertebrale. In generale si distinguono segni di danno radicolare (ossia a carico delle radici nervose impegnate dall’ernia) e segni di danno midollare. Si distingue inoltre una prima fase molto precoce caratterizzata da una sindrome irritativa, sostanzialmente da dolore, e una seconda fase subacuta con manifestazioni deficitarie, ossia di vero danno sensitivo/motorio a carico delle radici nervose e/o del midollo compresso dall’ernia. Può causare quindi sofferenza radicolare con irritazione/danno a distribuzione nel rispettivo metamero, così come sofferenza midollare, caratterizzata da compressione del primo motoneurone (vie piramidali) con distribuzione a tutto l’emisoma corrispondente al lato della compressione, e sofferenza delle vie sensitive lemniscali, con ipo-anestesia sospesa controlaterale, atassia. Una compressione del midollo spinale da parte di un disco erniato inoltre può determinare un quadro di conflitto vascolare acuto, con danno ischemico centromidollare, o cronico, con comparsa di gliosi reattiva.
Ernie del disco cervicale si osservano più di frequente ai livelli cervicali medio inferiori (C4-C5, C5-C6 e C6-C7), mentre in quelli superiori intervengono molto più di rado. Nel rachide cervicale insieme alle radici nervose presenti ad ogni metamero transita il tratto di midollo spinale con funzioni sensitivo-motorie per tutto il soma. Alcuni possibili sintomi di un’ernia cervicale:
- dolore cervicale
- cervico-brachialgia
- dolori precordiali e scapolari
- disturbi di sensibilità , motilità , trofismo e riflessi agli arti superiori
- disturbi di sensibilità , motilità e riflessi agli arti inferiori
- disturbi sessuali
- disturbi sfinterici
Alcuni possibili sintomi di un’ernia dorsale:
- dolore dorsale
- dolore intercostale
- disturbi di sensibilità , motilità e riflessi agli arti inferiori
- disturbi sessuali
- disturbi sfinterici
Alcuni possibili sintomi di un’ernia lombare:
- dolore lombare
- lombo-sciatalgia o sciatica
- lombo-cruralgia
- disturbi di sensibilità , motilità , trofismo e riflessi agli arti inferiori
- difficoltà a stare fermi a lungo in piedi
- disturbi sessuali
- disturbi sfinterici
I segni di un’ernia del disco non sono strettamente specifici ma possono essere dati anche da altre patologie vertebrali o extravertebrali.
La sintomatologia dell’ernia del disco lombare (che è la più frequente) inizia in genere con il cosiddetto “colpo della strega” (lombalgia acuta con sciatalgia). Nella maggior parte dei casi si ha la guarigione spontanea, da un minimo di quattro settimane ad alcuni mesi. Nei casi di deficit neurologici (perdita di forza o di sensibilità ) si ricorre all’intervento chirurgico (laminectomia) che in genere risolve la sciatica, ma non risolve la tendenza a soffrire di mal di schiena. Il vero problema dell’ernia del disco non è tanto il singolo episodio, che può guarire, bensì la tendenza alle recidive successive. La probabilità di recidive sembra uguale sia con che senza l’intervento chirurgico.
L’indagine utilizzata per la diagnosi è l’elettromiografia
Terapia
Il trattamento di un’ernia può essere
- conservativo (riposo, fisioterapia, farmaci ed altro)
- trattamento chiropratico per sbloccare le vertebre sublussate [bloccate] riportando giusto movimento nella zona e riducendo l’irritazione dei tessuti circostanti all’ernia che sono la ragione principale dei sintomi dolorosi.
- chirurgico mini invasivo percutaneo (Laser ed altri)
- chirurgico micro-invasivo (Microchirurgia)
- trattamento osteopatico per ricreare lo spazio intra-articolare, e per diminuire eventuali compromissioni del nervo sia a livello lombare sia a quello cervicale.
Esiste tuttavia un trattamento chirurgico maggiore qualora la discopatia abbia particolari caratteristiche: in questo caso si può procedere ad interventi chirurgici di stabilizzazione per ripristinare:
- a. altezza del disco
- b. corretto assetto sul piano sagittale della colonna lombare
- c. correzione di altre anomalie
Data la estrema varietà di situazioni il trattamento va programmato caso per caso.
Brachialgia
In medicina con il termine brachialgia si indica un sintomo, forte dolore che si manifesta ad un braccio, una forma di nevralgia.
Le cause sono riscontrate in patologie generiche che riguardano il plesso brachiale, come forme di artrosi o ernia del disco.
Il plesso brachiale è uno dei sei plessi nervosi appartenenti al sistema nervoso periferico costituito dai rami anteriori dei nervi spinali.
È formato dai rami anteriori dei nervi cervicali quinto, sesto, settimo e ottavo (C5-C8), dal ramo anteriore del primo nervo toracico (T1) e da rami anastomotici dei nervi quarto cervicale (C4) e secondo toracico (T2).
I tronchi primari si formano dall’unione dei vari rami anteriori dei nervi spinali.
- Il tronco primario superiore origina dall’unione del ramo anteriore di C5 e C6, con contributi dal ramo anastomotico discendente di C4.
- Il tronco primario medio costituisce una continuazione diretta di C7.
- Il tronco primario inferiore origina dall’unione di C8 e T1, con contributi dal ramo anastomotico ascendente di T2.
I tronchi primari si trovano alla base del collo, nella loggia sopraclavicolare maggiore, tra il muscolo scaleno anteriore (anteriormente) e i muscoli scaleni medio e posteriore (posteriormente). Sono mantenuti in sede da una lamina fibrosa, dipendente dalla fascia cervicale superficiale, che li à ncora ai muscoli scaleni. I tronchi primari, giunti nel cavo ascellare, danno due rami di divisione, uno anteriore e uno posteriore.
I tronchi secondari si formano dall’unione dei rami anteriori e posteriori dei tronchi primari.
- Il tronco secondario posteriore (o corda posteriore) origina dall’unione dei rami posteriori dei tre tronchi primari.
- Il tronco secondario laterale (o corda laterale) origina dall’unione dei rami anteriori dei tronchi primari superiore e medio.
- Il tronco secondario mediale (o corda mediale) costituisce una continuazione diretta del ramo anteriore del tronco primario inferiore.
Il nome dei tronchi secondari (posteriore, laterale, mediale) si riferisce alla loro posizione rispetto all’arteria ascellare.
Ernia discale intraspongiosa
L’ernia discale intraspongiosa è una patologia della colonna vertebrale che colpisce il disco vertebrale ed il corpo vertebrale.
Durante il processo di invecchiamento o a causa di sforzi intensi il nucleo polposo del disco vertebrale, se vince la resistenza del tessuto osseo della vertebra, può essere spinto verso il corpo del vertebrale. In casi di osteoporosi o nei casi i turbe dell’ossificazione, il nucleo polposo del disco vertebrale può insinuarsi nel corpo vertebrale, causando un solco che costituisce l’impronta dell’ernia discale intraspongiosa.
Poiché la lamina ossea che riveste il tessuto trabecolato della vertebra è sottile, a causa di ripetuti sforzi la pressione esercitata del disco vertebrale può essere sufficiente a sfondare la parete della vertebra permettendo la penetrazione del nucleo polposo nel tessuto spugnoso vertebrale originando l’ernia discale intraspongiosa. L’inacerbazione dell’ernia può condurre alla diminuzione dello spessore del disco vertebrale con la conseguente sofferenza dei tessuti nervosi che sono fonte di lombaggini ed infiammazioni delle strutture nervose.